Sophie Gamand e i cani più glamour di New York
La fotografa newyorkese Sophie Gamand si addentra ad esplorare questo fantastico palcoscenico, dove pet couturiers e designers duellano a colpi di collari e cappellini
A New York il dog fashion è una faccenda seria. Dietro l’apparentemente superficiale volontà di conferire ai nostri cagnolini un’irresistibile charme, si nasconde un mondo variegato, variopinto, eccentrico ed estremamente vasto. La fotografa newyorkese Sophie Gamand si addentra ad esplorare questo fantastico palcoscenico, dove pet couturiers e designers duellano a colpi di collari e cappellini, mentre una schiera di ‘mammine’ lotta affinché le luci della ribalta siano sul loro cucciolo vestito di tutto punto con un fashion outfit da centinaia di dollari.
Affascinata dall’aspetto antropologico e sociale di questa tendenza, tanto quanto da quello estetico e artistico, Sophie Gamand dà vita alla famosa serie Dog Vogue: un progetto per il quale scrittura Anthony Rubio, uno dei pet couturier più acclamati del momento, e una serie di modelli d’eccezione. Bogie, Kimba, Amazing Grace, Daisy, Angel Song, Peach, Cosmo, Chester, Bleu, Sparky, Chai Latte, Coffee Bean, Diva: meravigliosi Chihuahua, fotogenici e di gran classe, che con il loro carisma hanno perfettamente interpretato il ruolo.
“Sono intrigata sia dagli stilisti che creano questi outfit proibitivi, sia dai cani stessi che accettano di indossarli. Per questo mio progetto ho invitato Anthony a produrre cappelli e collari. Sapevo che i Chihuahua sarebbero stati modelli perfetti per indossare e posare. Nel momento in cui li ho vestiti sono diventati quei personaggi, si sono calati nel ruolo: come se in quel momento si sentissero davvero principesse, re o principi”.
Per completare il progetto Dog Vogue ci è voluto un intero anno di lavoro: Sophie e Anthony hanno dato il meglio di loro nei rispettivi campi, puntando alla perfezione, lavorando sodo, collaborando per dar vita a un’eccezionale serie di ritratti mai visti prima.
Sophie Gamand è una giovane fotografa che vive e lavora a New York. Attraverso l’obiettivo esplora il mondo dei nostri amici a quattro zampe, in particolare il rapporto che li lega a noi padroni nella società attuale. Sophie va oltre la semplice ritrattistica, accende i riflettori sulle caratteristiche più umane dei nostri cani, ne cattura l’anima, la personalità, il carisma. Cerca il personaggio: “Ogni cane è un singolo individuo, ognuno di loro racchiude dentro di sé un universo interiore ricco di storie e di sogni. Come fotografa, aspiro ad aprire un varco su quel mondo e a farne emergere la ricchezza”.
Siamo rimasti colpiti dai suoi lavori e l’abbiamo intervistata per conoscere meglio la filosofia che sta dietro una simile ricerca estetica, sociale, antropologica.
“Mi sono trasferita a New York nel 2010 dalla Francia, e ho deciso di cimentarmi con la street photography. Come ho iniziato a fotografare la gente per le strade, mi sono scoperta naturalmente sempre più attratta dai loro cani. Così un giorno sono entrata in una clinica veterinaria. C’era un cane splendido, con dei grandi occhi blu, appariva preoccupato, fuori posto. Ho preso la macchina e l’ho fotografato: quello sguardo mi aveva completamente catturata, c’era qualcosa di umano, sembrava perso e molto apprensivo per il fatto di trovarsi lì dal dottore. Proprio come un bambino”.
“Ho dunque iniziato a chiedermi perché abbiamo imposto la vita di città ai cani? È moralmente accettabile denaturare gli animali fino a questo punto? Addirittura dover dar loro degli anti-depressivi? Perché trattiamo i cani in questo modo, e soprattutto, perché i cani accettano tutto questo?
La verità è che questi animali sono stati ‘modificati’ da uno stato selvaggio a uno domestico solo per gratificare l’essere umano e soddisfarne desideri e bisogni”.
“New York cristallizza i problemi e le dinamiche del legame cane-padrone, è la città perfetta per questo tipo di indagine. Qui ho trovato di tutto, da un estremo all’altro: collezioni di alta moda, concorsi canini, acconciature, spettacoli, terapie… fino a situazioni terribili di abbandoni e maltrattamenti: un’infinità di soggetti e situazioni da esplorare. Ho dato vita a Striking Paws – il mio studio dedicato alla fotografia di animali – per sostenere questa mia ricerca”.
“Percepisco una profonda connessione con i cani e le loro storie. Guardo a fondo nel loro sguardo e cerco di scovare la loro parte umana: è come uno specchio con cui ci rimandano in qualche modo una parte di noi stessi. Non so se lo voglio definire antropomorfismo. È più di questo. Non credo di trasferire caratteristiche umane ai cani, piuttosto credo che siano loro in qualche modo a imitare noi. Cani e uomini stanno diventando un’unica entità”.
“La mia non è una fotografia di denuncia, è semplicemente un pretesto per esplorare tutte le sfaccettature del legame cane-uomo. Sono affascinata dalla varietà di cose che gli umani fanno con i cani, è un rapporto complesso che dà vita a molteplici risvolti, sia negativi che positivi. Io fotografo cani fashion e cani denutriti: entrambi la dicono lunga su questo rapporto, ed è questo quello che voglio catturare e raccontare con il mio lavoro”.
Federica Bruno
[email protected]
English version
In New York, dog fashion is a serious matter. The photographer,Sophie Gamand, discovers this coloured, freakish and unconventional world, where pet couturiers and designers compete for the best designs and ‘doggie moms’ fight for the spotlight, while their precious dogs wear exquisite, hundred dollar oufits.
Fascinated by the anthropological and social aspects of this trend, as well as the aesthetical and artistic ones, Sophie realized the famous portrait series, Dog Vogue, inviting acclaimed pet couturier Anthony Rubio and some very special models.Bogie, Kimba, Amazing Grace, Daisy, Angel Song, Peach, Cosmo, Chester, Bleu, Sparky, Chai Latte, Coffee Bean, Diva; handsome and photogenic Chihuahuas, with their strong charisma, play the role perfectly.
“After I discovered the world of dog high fashion in New York, I was very intrigued in both the people creating those expensive outfits, and the dogs accepting to wear them. I invited Anthony Rubio to produce hats and collars for this series. I found Chihuahuas that would be great models carrying those outfits. And as soon as I put the clothes on them, they became characters. It was as if they could see themselves as princesses, kings and knights”.
Finishing the Dog Vogue series took Sophie Gamand and Anthony Rubio an entire year. Both artists, striving for perfection in their respective careers, collaborated, inspiring and challenging each other, into producing a never-seen-before collection of stunning portraits.
Sophie Gamand is a young photographer who lives and works in New York. Through her camera she explores pets, their place in society, focusing in particular on the bond between animals and humans. She does not simply take portraits, she goes beyond capturing the interesting features of dogs, she looks for soul, personality and charisma. She looks for the character in them. “Every dog is an individual and harbors a rich inner world of stories and dreams. As a photographer, I aspire to create a window into that world and let that richness emerge”.
We were so impressed by her work that we decided to interview her to gain a deeper understanding of her philosophy behind this aesthetic, social and anthropological research.
“Moving to New York in 2010 (I am French), I decided to push my boundaries by trying street photography. I was always photographically shy so it was a big challenge for me to pull my camera in public. As I was trying to photograph strangers in the streets, I found myself naturally attracted to their dogs. Then one day I pushed the door of a vet clinic. There was an amazing dog with blue eyes. He looked worried, out of place. I photographed him. I was completely hooked. He looked human, lost, and slightly apprehensive to be at the doctor. Just like a child”.
“I started wondering: why do we impose a city lifestyle to dogs? Is it morally acceptable to denature animals so much that they need to take anti-depressants? New York crystallizes all the problems and dynamics of the human-dog bond. Why do we treat dogs the way we do, and most of all, why are dogs accepting anything from us? Dogs have been “modified” from wild animals to pets, solely to please humans and fit their needs and desires”.
“New York is the perfect city for my photographic explorations. I discovered high fashion for dogs, animal abuse and abandon, rescue, grooming, dog shows, therapy dogs, dog pageants, dogs scouts, a never-ending supply of subjects to be explored. I created Striking Paws, a photo studio dedicated to pet photography, to sustain my research”.
“I feel such a connection to the dogs and their stories. I look deep in their eyes. I try to find their human part, it’s like a mirror they turn on us. I don’t know if I want to call it anthropomorphism. It’s more than that. I don’t feel like I am attributing those